Armitage III
Marte, anno 2179. Un pianeta senza vita è stato colonizzato dall’uomo. Il mondo come lo intendiamo noi è ormai un ricordo lontano, così come Bill Gates e Windows ‘95 (ancora? Che palleeee…ndReda). L’atmosfera che si respira sul pianeta rosso è del tutto simile a quella di Blade Runner. Ormai gli androidi fanno parte della società, hanno una intelligenza artificiale talmente evoluta da ricoprire importanti cariche pubbliche e posti di responsabilità. In questo ambiente si muove Ross Sylibus, un detective terrestre trasferitosi su Marte per dimenticare un pesante passato. Qui, insieme alla sua nuova collega, Naomi Armitage, è incaricato di lavorare sugli omicidi di alcuni robot.
I robot infatti, non sono molto benvoluti dalla gente, in special modo da un certo Renè D’anclaude, mandante e esecutore degli omicidi. Eppure, i robot uccisi da D’anclaude non sembrano uguali a quelli attualmente sul mercato, ma sono dei modelli più evoluti, del tutto indistinguibili dagli umani e dotati di tessuti e sangue. Questi robot vengono denominati “Terza generazione”. La popolazione prende male la notizia: ormai è impossibile sapere se le persone che camminano lungo la strada sono vere o sono dei robot, causando una psicosi di massa.
Ma qual è il vero segreto dei “Terza generazione”? Perchè D’anclaude vuole ucciderli? E soprattutto perchè Armtitage è così interessata alla sorte dei “terza”?
Dopo questo, stranamente serio (o quasi), riassunto, passiamo a varie considerazioni: (la prima considerazione di Goku durante la visione di questi OAV è stata: “ma perchè Armitage va in giro vestita come una b….a [signorina dall’affetto negoziabile]?”. Questo la dice lunga sul nostro nuovo vicedirettore in prova…) Armitage è un gran bel titolo, ma non è per tutti. Dal punto di vista tecnico, infatti, l’ho trovato leggermente traballante: il character design è accettabile, ma non sempre uniforme, Armitage (e con lei alcuni personaggi), infatti, ha gli occhioni tipici dello stile jappo, mentre Ross, D’anclaude e tutti i personaggi maschili hanno uno stile più tendente al realistico, e ciò in alcuni tratti stona. Le animazioni a volte non sono all’altezza della situazione e le musiche sono carine, anche se non sono variegatissime.
Tuttavia Armitage farà sicuramente la felicità degli amanti del cyberpunk: (confermo.ndChar) oltre alla già citata somiglianza con il capolavoro di Ridley Scott, gli OAV hanno una trama perfetta, che rivela immediatamente le cose più scontate, mantenendo i colpi di scena per ultimi e assolutamente inaspettati. Inoltre è impossibile non notare la presenza di una parlata volgare, scurrile e cruda tipica di questo genere, che magari scandalizzerà i benpensanti, ma che fa alzare in maniera impressionante il realismo (complimenti alla Dynamic per l’adattamento, hanno dimostrato di avere un vocabolario di parolacce mica da ridere, in confronto io sembro un’educanda…), ma d’altra parte, vista la considerevole quantità di sangue e di morti che si avvicendano negli OAV, un “accidempolina” o un “perdindirindina” sarebbero stati oltremodo fuori luogo.
Altri complimentoni alla Dynamic per aver pensato (una volta tanto) al nostro portafoglio mettendo un OAV da 50’ nella prima cassetta. e gli altri tre da 30’ nella seconda, per un totale di ben 90’ di animazione!!! Peccato che si rifarà a dicembre con le cassette di Evangelion: due puntate alla modica cifra di £39.900, roba da ipotecare la casa…